Apnea notturna

L’apnea notturna è la conseguenza più grave del russamento. Quando il russamento si fa cronico non bisogna considerarlo solo un fastidioso rumore emesso durante il sonno, bensì una condizione patologica.

Il russamento è un rumore provocato dalle vibrazioni dei tessuti della gola al passaggio dell’aria durante l’inspirazione notturna. Questo passaggio diventa particolarmente rumoroso quando l’aria incontra una ostruzione o un restrigimento dello spazio da attraversare, cioè un ristrigimento a livello del naso o della gola.

apnea notturna

La sindrome da apnea ostruttiva durante il sonno (OSAS) è di fatto una conseguenza del russamento cronico e compare quando si aggravano i fattori che causano il russare. Tra le principali cause di apnea notturna ricordiamo: l’età, l’aumento di peso, l’uso cronico di fumo e alcolici, patologie che provocano naso chiuso e sensazione di chiusura della gola.

La comparsa dell’apnea notturna comporta un’interruzione per almeno 10 secondi della respirazione, con conseguente scarsa ossigenazione dei tessuti e affaticamento del cuore.

Alla fine di ogni apnea il russatore ha un alleggerimento della profondità del sonno o addirittura un risveglio. Questo, nel tempo, porta il soggetto che soffre di apnea notturna a sviluppare sonnolenza diurna, calo della capacità di concentrazione, calo della memoria e riduzione delle prestazioni sessuali.

apnea-notturnaIl quadro clinico tipico dei pazienti che sottovalutino l’apnea notturna è infatti caratterizzato da lunga storia di russamento con inspiegabile sonnolenza diurna e fiacca. Generalmente questi russatori patologici sono di sesso maschile, di mezza età e in sovrappeso.

Il russare complicato da apnea notturna è inoltre una delle principali cause della pressione alta, molto spesso sottovalutata e perciò responsabile di infarto nel sonno o di ictus nel sonno.

I meccanismi attraverso cui l’apena del sonno nuoce al sistema cardiocircolatorio sono molteplici (e non ancora tutti chiariti). Dalle apnee ostruttive possono generarsi aritmie cardiache di varia gravità (extrasistole sopraventricolare e ventricolare, flutter atriale), aumenti della viscosità ematica, aumenti della proteina C reattiva e della resistenza all’insulina (tutti fattori che entrano nella fisiopatologia del danno vascolare e della trombosi).

Diagnosi di apnea notturna

La diagnosi di sindrome da apnea notturna presuppone la presenza di almeno 5 episodi di apnea (interruzione di almeno 10 secondi della respirazione) o ipopnea (riduzione del 30-50% del flusso di aria per almeno 10 secondi) o di entrambe per ora di sonno. Il numero totale di episodi apneici o ipopneici per ora di sonno viene definito “indice di apnea-ipopnea” (AHI). Un indice pari o superiore a 5 è sufficiente per porre la diagnosi di apnea notturna o OSAS.

La sindrome da apnea notturna ostruttiva presenta un’incidenza elevata nella popolazione sana, quantificabile nel 4% degli uomini e nel 2% delle donne. Nelle donne il disturbo si riscontra soprattutto dopo la menopausa.

L’apnea notturna è tipicamente una patologia della mezza età ma può colpire anche i bambini, in particolare il bambino che russa a causa delle adenoidi ingrossate e delle tonsille infiammate.

Le terapie per curare l’apnea notturna

Ad oggi non esiste una terapia farmacologica efficace contro l’apnea notturna e, malgrado i sintomi invalidanti e l’aumentato rischio di mortalità in questi pazienti, anche i pazienti di media gravità non vengono diagnosticati in tempo nell’80% dei casi tra gli uomini e nel 90% dei casi tra le donne.

L’intervento curativo dell’apnea notturna è il più delle volte di tipo chirurgico. La correzione delle cause di apnea notturna, siano esse il naso chiuso (ipertrofia dei turbinati, polipi nasali)o la gola chiusa (allungamento dell’ugola, prolasso del palato), è infatti possibile grazie ad un innovativo intervento laser, senza dolore, ambulatoriale e con risultati definitivi.

Risulta palliativo (seppur efficace) l’uso della cpap, una macchina che invia l’aria al naso ed alla gola durante il sonno, obbligando il paziente ad esserne dipendente per tutta la vita.